sabato 30 luglio 2016

C'e' Un Pericolo Peggiore.



«Vorrebbero farci credere che chiuderci è il miglior modo di proteggerci da ciò che ci fa male. Noi adulti abbiamo bisogno di voi, per insegnarci a convivere nella diversità, nel dialogo, nel condividere la multiculturalità non come una minaccia ma come un’opportunità”,
” noi adesso non ci metteremo a gridare contro qualcuno, non ci metteremo a litigare, non vogliamo distruggere. Noi non vogliamo vincere l’odio con più odio, vincere la violenza con più violenza, vincere il terrore con più terrore»


Nella vita c’e’  un’altra paralisi, che Francesco definisce «ancora più pericolosa», e’ quella che nasce «quando si confonde la felicità con un divano» che «ci aiuti a stare comodi, ben sicuri». Un divano, che garantisce «ore di tranquillità per trasferirci nel mondo dei videogiochi».
La «divano-felicità» afferma Bergoglio alla Giornata Mondiale della Gioventu’ in corso in Polonia,  è «probabilmente la paralisi silenziosa che ci può rovinare di più». Perchè intontisce e addormenta, «mentre altri – forse i più vivi, ma non i più buoni – decidono il futuro per noi».
Il peggior pericolo dunque non e' il terrorismo o qualche minaccia (spesso fantomatica) esterna, il pericolo peggiore per intere generazioni di giovani (ed anche meno giovani) e' quello di vivere vite non spese, chiuse nella paura, nel vuoto, nell'odio da tastiera (quante persone rancorose lo fomentano sui social),
nel nichilismo adottato a religione.
L’invito e’ ad uscire, viaggiare, cambiare punti di vista, costruite ponti, amarsi ed amare l'umanita', quella prossima e quella meno prossima, perche' chi non ama quest'ultima, difficilmente amera' anche la prima.
Perche’, questo mi chiedo, se non siamo in grado di riconoscere drammi e sofferenze epocali, come quelli dovuti ai cambiamenti antropologici in corso in questa nostra epoca, segnata da migrazioni di massa e da una “guerra mondiale combattuta a pezzi”, proprio come profeticamente anticipato dal Papa Gesuita due anni fa’,
se non sappiamo essere misericordiosi di fronte ad un cammino umano di sofferenze cosi’ plateali, come possiamo essere autenticamente amorevoli e misericordiosi anche verso chi e’ piu’ vicino a noi, come nel contesto familiare o comunitario? Non sono autentiche l’indignazione, l’ amore e la misericordia ad orologeria.
L’alternativa e’ quella di lasciarsi rubar la vita, di spegnersi, come i tanti, troppi, giovani e meno giovani, vinti da vite spese in panchina..

martedì 26 luglio 2016

Chi Muove Le Fila Di Un Terrorismo Pseudo religioso? E' Papa Francesco l'Obbiettivo Finale?




Colpire un sacerdote in una Chiesa cattolica nel cuore dell'Europa, significa alzare lo scontro al livello piu' alto, significa voler innescare un meccanismo di scontro "finale", non solo tra religioni, ma anche tra civilta'
Questo e' il vero scopo di chi sta' muovendo il terrificante gioco, di chi muove le fila di questo terrorismo pseudo religioso, per cui il vero obbiettivo e' colpire la pace, colpire la speranza, colpire una societa' aperta all'accoglienza ed al dialogo, che sono i presupposti per la pace.
Il loro obbiettivo finale, inutile nasconderlo, e' Papa Francesco ed il Mondo che il Gesuita e gli uomini di buona volonta’, provano faticosamente a costruire tutti i giorni, nelle piccole e meno piccole azioni.
Perche' ai "signori" della guerra, ai "signori" di quella economia perversa che si regge su traffici di armi, violenze, sfruttamento, ingiustizie,
il Mondo che ha in mente Papa Francesco, e' per loro il peggior dei Mondi possibili, il Mondo piu' pericoloso per i loro sporchi affari.
Ed allora non mi stupirei di sapere che i mandanti di queste violenze non risiedano solo a Raqqa, a Riad od in Qatar, ma anche a Londra, Parigi, New York, gangli di quei poteri, centri nevralgici di torbidi e maligni intrecci di potere economico, militare e politico mafioso...

venerdì 22 luglio 2016

Detroit Museum Of Art





Grazie alle continue e cospicue donazioni della famiglia Ford, il museo d'arte di Detroit e' uno dei migliori negli Stati Uniti.
Il museo ha poco da invidiare a quelli newyorkesi, che pero', a differenza di questo, sono sempre superaffollati...
 Una guida d'eccezione, Marco Monti della direzione generale del Pime: un grande viaggiatore ed esperto d'arte (immortalato davanti ad un opera di Caravaggio)











George Washington, Padre fondatore degli Stati Uniti



























Martha And Mary Magdalene (Caravaggio)



Detroit industry murals di Diego Rivera: sulla destra Henry Ford ed il figlio durante un controllo in catena di montaggio

diego rivera detroit industry murals

diego rivera detroit industry murals

Andy Wharol






lunedì 11 luglio 2016

L'America Conservatrice A Cui Piacciono I Mexican Tacos.

Cronaca Di Una Giornata Di Festa Per Una figlia dell'America Borghese E Repubblicana (E Cattolica).

Viene prima il pensiero o la parola?
Puo' esistere un pensiero che non sia trascrivibile in parola?
Il pensiero esiste solo nel momento in cui e' possibile comunicarlo e condividerlo?
L'arte figurativa, l'arte astratta, la musica o le immagini, per esempio,  possono essere considerati pensieri, o sono "solamente" dei veicolanti di sensazioni ed emozioni?
La musica esiste perche' si compongono le note, il teatro esiste perche' si segue un copione, che e' scritto, e l'arte segue dei codici e delle convenzioni, anch'esse scritte.
Scrivere e' definire un'idea, un' opinione, e' definire un pensiero, appunto.
Certo, possiamo scrivere di tutto e di tutti, commentare con frasi senza senso e senza logica, ma e' probabile che, in quel caso, non si stia facendo emergere nessun tipo di pensiero, almeno di pensiero comprensibile.
Perche' il pensiero diventa tale dal momento che e' comprensibile, che e' comunicabile.
Dunque esiste la scrittura senza il pensiero, cosi' come esistono  rumori indistinti, suoni incomprensibili, parole e frasi sconnesse, impossibili da tradurre od interpretare.
Ma non puo' esistere il pensiero senza scrittura.
Per il sottoscritto la scrittura e' condivisione, a volte liberazione, ma sempre, sempre, e' definire i pensieri, dargli una definitivita': condividere un'esperienza che mi cambia, un'esperienza che mi emoziona, delude, colpisce, indigna, o che mi entusiasma.

L'esperienza americana e' per me foriera di condivisioni, di crescita e di incontri,  di opportunita’ di abbattere qualche pregiudizio (non molti per la verita'), di provare a immedesimarmi con chi ha un punto di vista diverso dal mio,  com' e' successo Ieri.


Invitato ad un party di laurea, ho condiviso riflessioni, esperienze, pensieri, con molti degli invitati alla festa, quasi tutti conservatori, convinti repubblicani.
Una famiglia che si potrebbe definire borghese, lui tecnico di elicotteri, ex militare dell'air force , lei impiegata in banca, 4 figli, due dei quali ancora teenager, le  altre due laureate, compresa la festeggiata.
Una bella villetta familiare appena fuori citta', il cane,  la tranquillita' di una zona sicura, immersa nella natura, lontana dai luoghi dello spaccio e dei regolamenti di conto, che hanno reso tristemente famosa Detroit.
Ho ascoltato, ho detto la mia, si e' condivisa la speranza che il futuro dell'America, ma anche quello dell'Europa e dell'Africa, insomma del Mondo intero, possano essere migliori.

Gia', ma partendo da dove? Per loro ripartire significa dar credito a Trump: "anche se non e' il nostro tipico candidato, perche' noi, che siamo sempre stati conservatori, abbiamo sempre votato repubblicano, preferendo i candidati che facevano battaglie culturali, di valore, come il no all'aborto, che e' una battaglia sacrosanta per noi credenti!.
I membri della famiglia questione, cosi' come molti dei loro amici invitati all'evento, sono cattolici, appartenenti alla congregazione dei Legionari Di Cristo*, una delle organizzazioni cattoliche negli Stati Uniti (insieme all'associazione dei knicks of Columbus*), piu' potenti, ricche ed influenti.
Nelle conversazioni di Ieri, ho sentito piu' volte definire Obama, un "socialista" che sta' distruggendo il Paese, il peggior presidente nella storia americana, addirittura un'anticristo.
E per qualcuno di loro, mi e' parso che Papa Francesco non stia poi' cosi' simpatico.
Peraltro, il mio punto di vista, che piu' volte ho sottolineato, probabilmente gonfiandomi, e' che l'Europa, almeno sulla carta, e' un po' meno squilibrata ( cosi' dicendogli:" noi europei abbiamo il miglior welfare al Mondo", poi' pero' loro mi chiedevano della Grecia) ed un po' meno violenta  dell'America (ed allora mi ribattevano del fascismo e del nazismo).
Eppoi' su Papa Francesco, che per me e' straordinario, perche' ha portato al centro dell'azione della Chiesa il Vangelo, la missione, i poveri,  perche' ha ribadito che la misericordia e' l'atto piu' benevolo di Dio sull'uomo, e che quindi noi uomini quando siamo misericordiosi tra noi simili, facciamo piu' e meglio la volonta' di Dio (al che mi ribattevano sull'aborto:" e' la piu' grande strage che l'uomo sta' perpetrando su simili indifesi, sui piu' vulnerabili, ed allora perche' Papa Francesco quando e' stato qui, nei suo tanti discorsi, solo in coda si e' ricordato della questione?".

 Chissa' se Trump vincera' le elezioni, se questo candidato atipico, anche per questi ambienti cosi' profondamente e storicamente conservatori,  ma fascinoso per questa famiglia della middle-class del Michigan :"perche' si, l'America deve tornare grande, dobbiamo tornare forti con le nostre industrie, le nostre forze armate, dobbiamo tornare all'America di Reagan, il miglior presidente di sempre,  dobbiamo fermare questa immigrazione indiscriminata che porta crimine, che porta droga nelle scuole dove mando i mie ragazzi", ecco chissa', scrivevo,  se  tra pochi mesi il miliardario newyorkese riuscira’ davvero ad insediarsi  alla Casa Bianca.


Volevo dirgli della Cina, dell'India, ancora dell'Europa e delle sue potenzialita' (quelle sulla carta), del fatto che il Mondo e' un po' diverso da quello degli anni 80, quelli del thatcherismo e del reaganismo.
Ma insomma, ieri era una giornata di festa, per una figlia dell'America borghese, la cui famiglia ha speso almeno 100mila dollari perche' si laureasse: "ma poi' ci sono gli altri due, che ancora vanno al college", un'America piena di preoccupazioni e di paure, ma che ha sempre uno sguardo di speranza e di fiducia sul futuro, perche' , e su questo finalmente abbiamo convenuto:" In America non conta da dove arrivi ma dove stai andando, conta l'energia che ci metti per andarci (verso il futuro s'intende)".
Se quell'energia c'e' ancora, lo staremo a vedere, per intanto ieri ho vissuto una giornata di inculturazione profonda, divorando, tra l’altro, squisiti hot-dogs tipici (i famosi coney Island),
e degli ottimi tacos messicani, che pare piacciano molto anche in questi ambienti repubblicani.


sabato 2 luglio 2016

Lo Strano Paradosso del tempo Tra Due Estremi:L'Africa Sub-Sahariana Ed Il Nord-America.

La variabile dello spazio: essere in un luogo od altrove, trovarsi a Nord, a Sud, ad est od a Ovest di un luogo che stabiliamo essere il “nostro” centro.
La variabile del tempo: un conteggio numerico, una convenzione, una percezione.
Avevo previsto che passare da un polo all’altro, nel giro di pochi mesi, mi avrebbe posto piu’ interrogativi che risposte, ma la variabile che piu’ mi appare indecifrabile e’ quella del tempo.

I due poli sono rispettivamente - l’Africa profonda, quella della Rift Valley, dove il cammino umano ha avuto inizio, quella degli spimpanze’ (i nostri vicini piu’ prossimi) dell’Uganda,
-ed il profondo Nord America, l’area piu’ sviluppata al mondo.
L’Africa profonda, quella in cui vivono gli esseri umani con i corpi piu’ magri, ma anche piu’ armoniosi, l’area del Mondo dove si consuma di meno, in termini di cibo, di acqua, di calorie, di risorse energetiche,
il Nord America profondo, quello in cui il consumo di calorie pro capite e’ superiore  di almeno 3 volte a quello dell’Africa profonda ( per capirci: con quello che mangia quotidianamente un adulto di Detroit, la citta’ che ha il piu’ alto tasso di obesita’ al mondo, insieme a Houston ed El Paso, entrambe in Texas, ci  sfami 4 adulti o 10 bambini etiopi),
quello il cui solo consumo energetico annuale  di due citta’ come  New York e Chicago messe insieme,  e’ quasi uguale al consumo energetico annuale di tutta l’Africa subsahariana, cioe’  circa 25 milioni di km quadrati  in cui vivono circa 1 miliardo di persone paragonata ad un area di nemmeno 1500 km quadrati in cui vivono a malapena 20 milioni di persone (appunto l’area di NY e di Chicago messe insieme).
Senza dubbio due poli, due estremi;
ma scrivevo della variabile tempo, gia’ perche’ a colpirmi e’ soprattutto la percezione del tempo.
Come se qui, dove mi trovo (Nord degli Stati Uniti, a pochi km dal Canada) tutto fosse piu’ rapido, come se il tempo passasse piu’ velocemente.
L’Africa e’ lontanissima da qui, ma e’ lontanissimo da qui soprattutto il tempo africano, che scorre lento, calmo, allentato, dilatato.
Eppur mi pare di consumarmi e di invecchiare piu’ velocemente in Africa, mentre qui, strano paradosso, sembra quasi di non invecchiare.