L'Italia? Un paese unico, meraviglioso, di una varietà straordinaria, specie nei suoi paesaggi, nella sua arte e creatività; nella sua umanità e solidarietà, a sud come a nord, ma anche, purtroppo, paese "arretrato", pieno di balzelli, chiusure, ipocrisie, corruzioni, bigottismi vari. Chissa', forse si puo' tentare di comprendere, almeno in parte, questo paese provando a comprenderne la sua storia, e quella della sua istituzione appunto più "storica", più rappresentativa e radicata, piu' potente (ora sempre meno), che ha il suo centro proprio nel cuore dell'Italia, su cui ancora esercita una spinta e risonanza che non hanno eguali in nessun'altra parte del mondo, non più ormai nell'America Latina, e nemmeno più nella Croazia ormai sempre più post- ustascia, o nel Portogallo sempre più post-salazarista, o nell'Irlanda secolarizzata.
venerdì 9 luglio 2021
Il Papa Gesuita Ed Il "Gattopardismo"
Mi riferisco alla Chiesa Cattolica, quella che ne ha influenzato, condizionato, ed anche permeato, i costumi, la cultura, finanche alla morale ed alla prassi, ossia al modo di vivere e di gestire le relazioni individuali e comunitarie, di gestire il potere, ed anche di gestirne- purtroppo spesso e' così che ci narrano le cronache quotidiane- i tanti intrallazzi, che si reggono ed alimentano costruendo retoriche artefatte e doppiogiochiste, ed anche ipocrite, che tanto caratterizzano (anche se non c'è solo quello grazie a Dio) la politica e gli affari.
La Chiesa, e' inutile farsi troppe illusioni, nella sua " struttura", e' principalmente forza di conservatorismo più che di apertura (anche allo spirito temo), piu' di privilegio e d'intrallazzi che di servizio. Ed ancora, più di rigidismo, patriarcalismo, e persino "militarismo", che di tenerezza, accoglienza, misericordia. Più di fortezza militare di controllo (come una torretta di un check point), che ospedale da campo (in effetti anche quest'ultima immagine, tanto utilizzata da Bergoglio, a volerla dire tutta, fa riferimento ad una struttura che e', nella sua concezione, militare) .
Bergoglio, appunto: le tante speranze accese, i processi avviati (solo avviati?), il discernimento, e poi, nell' ultimo periodo soprattutto, le parziali "retromarcie" sulle grandi questione poste nel sinodo amazzonico, ed ora in quello tedesco, ed anche la semichiusura al ddl Zan.
Legittimo rallentare per consentire, a chi in buona fede è rimasto indietro, di non perdersi, legittimo rallentare i processi per non "strappare", legittimo discernere e decidere di non "perdere" la parte buona del popolo di Dio- che non è quella dei rigidi, dei difensori della dottrina, dei sovranisti ed identaristi che attaccano questo Pontificato per difesa di interessi torbidi, quelli delle "strutture di male e di peccato" giusto per parafrasare proprio Bergoglio- per non dividere ancor più il popolo della Chiesa che ha una complessità ed universalità che non ha, come patrimonio, nessun'altra Chiesa (se è vero che quelle protestanti, calvinisti e del nord Europa, hanno si un pensiero più aperto e moderno, e rivolto al futuro, è altrettanto vero che un processo di avanzamento in positivo del mondo e dell'umanità in generale, non può che soprattutto passare dalla Chiesa Cattolica, unica istituzione veramente "globale" con i limiti delle continue oscillazioni che questo comporta, ma anche con le opportunità di poter arrivare in quasi ogni angolo di mondo), ma rimane pur vero che, per quanto i gesuiti siano capaci di stare, comprendere, discernere ed anche orientare il mondo (tra l'altro, vi siete accorti che Biden, Macron, Draghi sono legati a doppio filo ai gesuiti?), aime', la componente cerchiobottista e gattopardiana è una delle loro "essenze".
A proposito: "se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi», affermava uno dei protagonisti del romanzo "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Tancredi, questo il suo nome, era nipote del principe di Salina, nella cui casa la direzione spirituale, guarda caso, era affidata a Padre Pirrone, proprio un gesuita.
Lunga vita a Papa Francesco, che stimo e condivido, forse a dismisura...
Giuseppe Luca Mantegazza
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