martedì 24 dicembre 2024

Natale, Pace, Auguri

C'è un canto che è inno, che è invocazione, che è il sogno più grande di tutti i popoli del mondo, ovunque nel mondo: Dio lo ha fatto diventare il suo più grande sogno...in amarico è "Selam" (la cui radice è nel Ge῾ez, una lingua semitica considerata tra le più antiche -scritte - dell'umanità), che significa sano, unito, integro. Il contrario delle guerre, quelle dentro e fuori di noi, che separano, dividono, frammentano, fanno "a pezzi", a brandelli. Pace è un sogno, un cammino concreto, a partire da una (ri)nascita. Quella di "noi", quella del Natale. Nell' attesa che "Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno" ( Salmo 84). Cari, cari auguri...agli operatori di pace, Giuseppe

sabato 30 novembre 2024

In Cammino...

Il lavoro ...va... tanti spostamenti (soprattutto all'inizio x affiancamento), tante situazioni, tante fragilita' fisiche o psico/relazionali, isolamenti...in cui "entro"...portando un po' di sollievo-ossigeno dove e quando posso...oltre alla prestazione richiesta (igiene, piccole medicazioni, movimentazione, ascolto, supporto). Non mi annoio, riesco a passare del tempo in riva al lago quando finisco o durante le pause (ho utenti fino a Brienno )...Mi stimola l'entrare nelle case, nelle situazioni...senza aspettative e prestese... Sono di passaggio...ho l'orizzonte di cieli africani, vivo il giorno, presente a me stesso, a chi incontro. Sono vento che passa, acqua che scorre...lascio andare... ricevo molto, sto bene. Non ultimo...riesco con il part-time a "seguire" i miei genitori ed anche a non perdere i contatti con la "strada"...quando riesco vado ancora al Centro Caritas di Como, a portare vicinanza, qualche consiglio, qualche parola di sollievo ed affetto, a tagliare i capelli a quelli che chiedono...opere di misericordia... Il lavoro...e' una missione...con questo spirito mi approccio; gli utenti ( cosi' vengono chiamati...) da cui vado se ne accorgono...mi pare...percepiscano gentilezza, compassione, vicinanza, delicatezza, cura. In poco tempo ho gia' creato legami profondi...con loro, con alcuni loro famigliari. Si raccontano x quel che riescono... quante storie, anche sofferte, e non accettazioni ( madri verso figli autistici o cmq particolarmente vulnerabili, figli e figlie verso madri o padri, o tutt'e due, all' epilogo della loro esistenza terrena)!...direi che cio' che appesantisce e' spesso, proprio, la non accettazione delle situazioni... cioe' gli attaccamenti...gli affetti disordinati...come dice Sant'Ignazio nei suoi esercizi spirituali... Mi sento preparato x entrare in queste situazioni...sto bene, faccio esperienza, prendo appunti, contemplo il lago...vivo il presente... faccio il pieno di vita...in ogni caso c'e' anche tanto bene in giro...lo si sente , lo si vede, se si "scava" nel silenzio, oltre il chiasso, l'affanno e la frenesia che pare dominino in quest'epoca, almeno in questo contesto di Como in cui sto vivendo oggi... Ah dimenticavo...ultimo ma non ultimo...con alcuni utenti parlo in dialetto, almeno con alcuni del lago... Brienno, Carate, etc...il dialetto comasco/ valdintelvese...sai all'estero tra portoghese, inglese, kiswahili, amarico...l'italiano l'ho cmq sempre sentito, parlato...il dialetto, quello che parlano i miei genitori, che ho appreso in famiglia...quello mai...insomma, mi pare sia un po' un ritorno...alle radici... nell'attesa di orizzonti...spazi e tempi piu' ampi...a Dio piacendo...ogni bene a voi! Giuseppe

sabato 24 agosto 2024

Di Fede E Di Speranza Nella Vita...Da Questo Luogo Di Scandalosa Poverta'...

Un caro saluto, con una preghiera di ogni bene, x voi, x il vostro cuore - il centro di tutto...emozioni, desideri, speranze, delusioni, desolazioni, consolazioni-. Dopo essere stato in Kenya per un periodo (a ripercorrere luoghi x me importanti, a ritrovare cari amici/ compagni in missione), sono di nuovo qui in Ethiopia...dove le condizioni di poverta' mi "colpiscono" sempre e persino di piu'... Uno scandalo le condizioni in cui vive la stragrande maggioranza delle persone in questo Paese! Con il numero di poveri piu' alto al mondo! Con salari che non arrivano all'equivalente mensile di 50 euro, con difficolta' a vivere dignitosamente (non pochi, anche bambini, qui ad Addis Abeba vivono in strada; chi puo', chi lavora, affitta una piccola stanza fuori citta' per viverci in tre o quattro), con difficolta' a nutrirsi in modo completo e regolare, con difficolta' a spostarsi anche x andare al lavoro (chi ce l'ha il lavoro!)...impiegando spesso ore ed ore solo per spostamenti di pochi chilometri su bus e mezzi di trasporto che in occidente si definirebbero, non a torto, "carri bestiame"...un popolo schiacciato da poverta', anche estrema, da ingiustizie economiche, sociali e politiche. Un popolo che soffre, che soffre molto, dignitosamente, e che vede, intorno a se, la continua costruzione di edifici di rappresentanza, di fontane sfavillanti e strade illuminate anche di giorno per dare lustro ad una citta' che sia, secondo il volere e l'interesse corrotto di alcuni potenti, appunto, di "rappresentanza", con una "copertina" presentabile e rappresentabile per delegazioni ed investitori stranieri (Addis e' una tra le principali "sedi" di tutta l'Africa, sede dell'Unione Africana), quando invece la vita reale della quasi totalita' delle persone parla di altro...di continua mancanza di acqua e di elettricita' nelle abitazioni, di condizioni di difficolta' nel sopravvivere. Insomma, a mancare sono proprio, per la stragrande maggioranza della popolazione, le basi per una vita almeno un po' dignitosa. Ma qui nessuno si lamenta, non ci si puo' lamentare, o criticare, o protestare (anni fa ci furono tentativi di dimostrazione, la polizia e l'esercito, che qui mi pare non abbiano nemmeno le tenute anti-sommossa, hanno sparato ad altezza uomo, facendo centinaia di morti...). Trovano consolazione, soprattutto le donne, nella fede, una fede "tradizionale" che a me pare, in genere, autentica, perche' sa di fede e di speranza nella vita, oltre le enormi, anche estreme, difficolta' reali... in questo c'e' tanto da imparare...in questo sono e mi sento piu' povero di questi poveri... I bisogni qui, ovvio, sono infiniti...c'e' bisogno di tutto, e spesso anch'io sono "schiacciato" dalle continue richieste di aiuto...richieste di offerte , richieste di scarpe, vestiti, alimenti x quelli, tanti, che non ce la fanno...sto seguendo in particolare un orfanotrofio (Kidane Mehret) gestito da suore... provero' a chiedere loro come poter dare, x chi di voi potra' e vorra', un piccolo aiuto, contributo, magari anche una piccola donazione. Un caro saluto, Selam, Pace. Giuseppe

venerdì 16 agosto 2024

Mombasa, Ponte Sull'Oceano Indiano, Luogo Di Fascino Unico

Indiani, Arabi, persiani, portoghesi, inglesi, africani ovviamente. Mombasa è un mix di queste culture, dei loro cibi, tradizioni, architetture, religioni. Tempi induisti, cattedrale portoghese cattolica, moschee ovunque. La città vecchia con il fort Jesus costruito dai portoghesi è patrimonio Unesco. Eppoi l'Oceano Indiano...le sue onde potenti dove la costa non è protetta dalla barriera corallina, le sue spiagge bianche invece protette dalla barriera corallina. Luogo di un fascino unico

mercoledì 10 luglio 2024

I Fiori, Nel Letame Di Questa Terra"

Un caro saluto dalla terra dell'origine, l'Etiopia: Selam, pace in amarico. Posso dirvi che qui mi sento in pienezza. Non faccio granché per la verità: soprattutto sto studiando e faticando non poco per avanzare molto lentamente in questa ostica lingua amarica. Quando mi chiedono come va con questo idioma rispondo più o meno così፡"inkulal kes bekes beigrua' teedalech", che è un saggio detto etiope che tradotto significa che "l'uovo piano piano impara a camminare da solo" (diventando pulcino, poi gallina). Cioè a dire che ci vuole tempo, pazienza, impegno, speranza, benevolenza. Ed amore, per crescere e far crescere...amore, quello che provo qui: sinceramente, il condividere con queste genti, con questa terra "umile" e "sincera", con questi "poveri" che vivono (la maggioranza degli etiopi) con meno dell'equivalente di 2 euro al giorno, mi pone -lo sento in profondità- nell'amore, nella giustizia, nella tenerezza, nella fiducia, nella speranza...per me, per questa umanità (qui composta soprattutto di bambini e di giovani, ossia di tenerezza e di speranza per il futuro), per Dio. Condividere del tempo con degli orfani in un orfanotrofio, attraversare a piedi, a fatica per via del flusso continuo di traffico, le strade di Addis Abeba al fianco di alcune donne che portano sulle spalle i loro piccoli, di altre che portano fascine di legna che paiono persino più grandi di loro, prendere un bus o minibus carico come un "carrobestiame" per muovermi in questa città, dove raro è vedere un ferenji (bianco, occidentale) muoversi e spostarsi come fanno abitualmente i locali, rimanere - nella stanza della missione in cui mi trovo- per giorni senza acqua corrente e senza elettricità (ad Addis Abeba ci sono dei quartieri in cui l'acqua e la luce mancano da settimane, e questa è purtroppo la normalità per la maggioranza, in una città in cui, di contraltare, si stanno costruendo palazzi pregiati con all'ingresso fontane d'acqua sfavillanti, illuminate giorno e notte), vivere anch'io con meno dell'equivalente di due euro al giorno, sapendo però di poter permettermi di più, molto di più, quando posso, quando voglio, ogni tanto, come andare una o due volte a settimana in un ristorante spendendo l'equivalente di 3-4 euro per una pizza od una lasagna con bibita, cifre che qui corrispondono ad un decimo dello stipendio medio mensile di un etiope. Non faccio altro, non cambio le enormi situazioni di povertà e d'ingiustizia, non faccio politica, non scardino di un millimetro l'oppressione sotto cui la maggioranza qui vive, sto "solo" condividendo gran parte del tempo stando "accanto" il più possibile, prossimo il più possibile, a queste persone, ai piccoli, agli orfani, ai poveri (qui ovunque), vivendo in semplicità. Ma è proprio questa vicinanza che mi avvicina, e che fa avvicinare - a volte con gratitudine, a volte con diffidenza - queste persone, "ultimi" che sento essere già i "primi" nella semplicità, nella condivisione appunto, a volte anche nell'umanità e nella generosità... Una vicinanza che sento rendermi meno solo e meno povero, e che sento rendere meno sole e meno povere, e meno "abbandonate" ed "oscurate", le persone con cui ho a che fare in questo paese, perché loro, come me, credo capiscano che si è meno poveri nella condivisione, e che la vera ricchezza poi non sia altro che un cammino che aspira ad un'unità delle diversità. Imparo lentamente, come "un uovo che forse camminerà sulle proprie gambe", più che l'amarico, a vivere, a guardare oltre, oltre le ferite - le mie, quelle di questa povera meravigliosa umanità - la speranza. Imparo a guardare - ed a provare a custodire ed amare - la sacralità, che risiede - di questo mi convinco sempre di più- non in una immagine, non in una devozione, non in una ideologia - ma nella vita, nella vicinanza, nella condivisione concreta di un sapore, di un odore a volte non facile da sentire, di un tocco reale - tenero e misericordioso come una carezza non affatto scontata- ad una ferita, ad una povertà, ad una terra mischiata di fango e di sterco. "È dal letame che nascono i fiori" scriveva De Andrè, lo credo anch'io. Credo che non ci sia niente di più Sacro dei poveri e della terra in cui vivono, in cui viviamo, e del cielo, a cui aspirano, a cui tutti, ricchi e non ricchi, ferenji ed abesha (etiopi) aspiriamo. Ogni bene