venerdì 2 agosto 2019

I Ricordi, La Frontiera E La Missione

Continuavo a sbalzare da uno scomodissimo sedile posteriore di una vecchia campagnola dei CARABINIERI, che percorreva una strada nel vallone- orrido, su cui puntualmente cadevano sassi (ed ancora oggi ne cadono, tant'è che la strada spesso e' chiusa): mi stavano accompagnando qui perche' avevo ricevuto l'incarico di far da sentinella al seggio elettorale per le elezioni politiche del 1996.
Rimasi qui 4 giorni, era Aprile di quell'anno ed ero sotto le armi, effettivo al 2○reggimento ALPINI di Borgo San Dalmazzo (CN).
Le montagne erano ancora innevate, faceva freddo, provavo a riscaldarmi bevendo i cordialini in dotazione, unica guardia al seggio, per la notte mi era stata trovata una branda di fortuna in un locale non riscaldato del municipio, accanto alla meravigliosa ed antica chiesa. Patii molto freddo, come del resto lo patii in quasi tutto il mio periodo di naja.
Fu' la prima volta in cui vidi un aquila volare vicino a me, all'imbrunire.
Ero un ragazzino ventenne, milanese, minuto e timido, spedito in un luogo di frontiera, in un luogo sperduto sopra la val Maira, valli occitane, dove "il vento fa il suo giro" ( e' il titolo di un bellissimo film di Giorgio Diritti, girato proprio qui una decina di anni fa), e dove i pochi abitanti ( in inverno non arrivano alla trentina), sono temprati da una vita rude, dura, difficile, come difficile ed ostico e' l'ambiente, che ovunque forgia l'animo umano.
Stasera, qui in questo stesso posto (Elva), davanti ad un tramonto che ha colorato il cielo di amaranto, mi pareva di essere ovunque, nel mio tempo passato e nei luoghi lontani, mi pareva di essere tornato ai miei vent'anni, e di essere ovunque ho ammirato meravigliosi cieli ai tramonti: di fronte al pacifico in America Latina, di fronte agli infiniti orizzonti della mia amata Africa, davanti alla vastita' degli spazi della profonda frontiera e dei grandi laghi del nord America.
Non so' se i destini dell'umanità si decidano davvero piu' nelle periferie e nelle frontiere che nei centri, ma di una cosa ho certezza: sulle frontiere, proprio perche' piu' che altrove sperimentiamo la caducita' della vita, tutto ha un sapore piu' autentico e piu' colorito, proprio come il colore di quei tramonti.
E' anche per questa "chiamata" allo stare sulle frontiere, che mi appresto, a fine mese, a trasferirmi in Portogallo per proseguire il cammino verso la consacrazione alla missione, ed a a Cristo, re e profeta, che viene proprio dalle e per le periferie, luoghi (geografici ed esistenziali) in cui piu' che altrove si sente e si respira il suo mistero.

Foto Valli Occitane (Val Maira e Val Varaita










 

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