Trieste,
dove il nord si protende a sud e la mittleuropa incontra il Mediterraneo,
dove la frontiera non traccia confini ma li apre, nell'incontro tra est ed ovest.
Il tuo mare aperto e' preludio ad altri mari, verso l'immensita' degli oceani,
Il tuo golfo, mediterraneo e nordico, scoglioso e ventoso, e' porta d'accesso ad altri mondi lontani, vicini all'animo.
Citta' di frontiera, dove prepotenti riefoli di venti spazzan via i tentennanenti.
Il Carso ti guarda, non hai confini, solo orizzonti vicini.
Trieste, sei preludio a quel che sara', assaggio di cio' che verra'.
Terra di mezzo, indomita come tutte le frontiere,
di confini illusori, instabili e precari, come la bora quando soffia,
che i confini non li conosce, ma li scompiglia e li libera,
forgiando spirito ed animo dei tuoi figli, protesi nell' inafferrabile ed ignoto infinito.
Trieste, ti ho sempre amata, fin dalla prima volta in cui ti vidi, allora ragazzino introverso diretto nei balcani in fiamme: davanti alla tua bellezza ed alla liberta' del tuo essere frontiera, mi si aprirono, forse per la prima volta, il respiro ed il pensiero.
Prima dell'estremo ovest d'Europa, non potevo che salutarti, ringraziarti,
e rinnovare l'amore che ho per te,
che sei frontiera, dello spirito e dei miei sogni.
dove il nord si protende a sud e la mittleuropa incontra il Mediterraneo,
dove la frontiera non traccia confini ma li apre, nell'incontro tra est ed ovest.
Il tuo mare aperto e' preludio ad altri mari, verso l'immensita' degli oceani,
Il tuo golfo, mediterraneo e nordico, scoglioso e ventoso, e' porta d'accesso ad altri mondi lontani, vicini all'animo.
Citta' di frontiera, dove prepotenti riefoli di venti spazzan via i tentennanenti.
Il Carso ti guarda, non hai confini, solo orizzonti vicini.
Trieste, sei preludio a quel che sara', assaggio di cio' che verra'.
Terra di mezzo, indomita come tutte le frontiere,
di confini illusori, instabili e precari, come la bora quando soffia,
che i confini non li conosce, ma li scompiglia e li libera,
forgiando spirito ed animo dei tuoi figli, protesi nell' inafferrabile ed ignoto infinito.
Trieste, ti ho sempre amata, fin dalla prima volta in cui ti vidi, allora ragazzino introverso diretto nei balcani in fiamme: davanti alla tua bellezza ed alla liberta' del tuo essere frontiera, mi si aprirono, forse per la prima volta, il respiro ed il pensiero.
Prima dell'estremo ovest d'Europa, non potevo che salutarti, ringraziarti,
e rinnovare l'amore che ho per te,
che sei frontiera, dello spirito e dei miei sogni.
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