«Vorrebbero farci credere che chiuderci è il miglior modo
di proteggerci da ciò che ci fa male. Noi adulti abbiamo bisogno di voi, per
insegnarci a convivere nella diversità, nel dialogo, nel condividere la
multiculturalità non come una minaccia ma come un’opportunità”,
” noi adesso non ci metteremo a gridare contro qualcuno,
non ci metteremo a litigare, non vogliamo distruggere. Noi non vogliamo
vincere l’odio con più odio, vincere la violenza con più violenza, vincere il
terrore con più terrore»
Nella
vita c’e’ un’altra paralisi, che Francesco definisce
«ancora più pericolosa», e’ quella che nasce «quando si confonde la felicità
con un divano» che «ci aiuti a stare comodi, ben sicuri». Un divano, che
garantisce «ore di tranquillità per trasferirci nel mondo dei videogiochi».
La
«divano-felicità» afferma Bergoglio alla Giornata Mondiale della Gioventu’ in
corso in Polonia, è «probabilmente la paralisi silenziosa che ci può
rovinare di più». Perchè intontisce e addormenta, «mentre altri – forse i più
vivi, ma non i più buoni – decidono il futuro per noi».
Il
peggior pericolo dunque non e' il terrorismo o qualche minaccia (spesso
fantomatica) esterna, il pericolo peggiore per intere generazioni di giovani
(ed anche meno giovani) e' quello di vivere vite non spese, chiuse nella paura,
nel vuoto, nell'odio da tastiera (quante persone rancorose lo fomentano sui
social),
nel
nichilismo adottato a religione.
L’invito
e’ ad uscire, viaggiare, cambiare punti di vista, costruite ponti, amarsi ed
amare l'umanita', quella prossima e quella meno prossima, perche' chi non ama
quest'ultima, difficilmente amera' anche la prima.
Perche’,
questo mi chiedo, se non siamo in grado di riconoscere drammi e sofferenze
epocali, come quelli dovuti ai cambiamenti antropologici in corso in questa
nostra epoca, segnata da migrazioni di massa e da una “guerra mondiale
combattuta a pezzi”, proprio come profeticamente anticipato dal Papa Gesuita
due anni fa’,
se
non sappiamo essere misericordiosi di fronte ad un cammino umano di sofferenze
cosi’ plateali, come possiamo essere autenticamente amorevoli e misericordiosi
anche verso chi e’ piu’ vicino a noi, come nel contesto familiare o
comunitario? Non sono autentiche l’indignazione, l’ amore e la misericordia ad
orologeria.
L’alternativa
e’ quella di lasciarsi rubar la vita, di spegnersi, come i tanti, troppi,
giovani e meno giovani, vinti da vite spese in panchina..
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