lunedì 30 maggio 2016

Memorial Day




Non c’e’ citta’ o villaggio negli Stati Uniti che non ospiti un memoriale ai caduti.
Dal profondo sud al profondo nord, da est ad ovest, non c’e’ famiglia che non abbia avuto combattenti nelle grandi guerre mondiali prima, poi’ in Corea, poi’ in Vietnam, ed infine, con  un impegno numerico ridimensionato, in Somalia, Iraq ed Afghanistan.
Gli Stati Uniti D’America ed il proprio esercito: un tema centrale per comprendere molte dinamiche del Paese, ed oltre.
 Attraversando il nord degli Stati Uniti, si incrociano memoriali decorati con fiori e bandiere a stelle e strisce ovunque, anche nei villaggi piu’ remoti del Michigan o del Wisconsin, cosi’ come  si incrociano continuamente grandi pannelli pubblicitari che invitano ad arruolarsi nella US Navy,
 
Us Air Force, Us Army e Us Marines.
Anche da qui, da paesi remoti e selvaggi, sono partiti e partono i giovani che si arruolano, verso le basi di addestramento, per poi’ essere inviati in Europa, nel Pacifico, ovunque ci sia stata una guerra, ovunque ci sia una base statunitense nel Mondo.
Oggi quasi tutte le famiglie ricorderanno almeno un loro caduto: un nonno ucciso in Sicilia od in Normandia, un padre ad Dak Tok o sul delta del Mekong in Vietnam, un figlio ucciso a Sadr City in Iraq o nella valle del Gulistan in Afghanistan.
Il Memorial Day fu’ pensato dopo la guerra di secessione, per riconciliare tutti gli americani, nordisti e sudisti, per cercare di dare unita’ al paese, attraverso un sentimento comune di cordoglio per i caduti.
Ma i paesi del sud si opposero all’inizio, avevano altre ricorrenze per ricordare i loro caduti.
Fu’ solo dopo la prima guerra mondiale che la ricorrenza divento’ diffusa e condivisa, e solo dal 1971, anno in cui il Congresso la riconobbe ufficialmente, che e’ festa nazionale.
Insieme al Thanksgiving ed all’Indipendence Day, il Memorial Day è la festa più sentita dal popolo americano: si onorano i militari caduti in tutte le guerre affrontate dagli Stati Uniti dalla guerra di secessione ad oggi,  – piu’ di un  un milione.
L’America divisa da questa strana e dura campagna elettorale, oggi si ritrova unita davanti ai memoriali.
Perche’ retorica o no, il sistema funziona, perche’ retorica o meno, i giovani americani lasciano fidanzate o mogli, figli, padri e madri, per andare sui campi di battaglia, e qualche volta tornano a casa a brandelli, in una bara avvolta dalla bandiera a stelle e strisce. 
 
Perche’ se anche possono apparire retoriche le campagne pubblicitarie dei marines, che incitano all’onore, al carattere, all’orgoglio, alla difesa del bene e dei buoni contro i cattivi, perche’ se anche, ormai, ad arruolarsi sono piu’ che altro le minoranze povere, in particolare ispanici ed afro-americani (ma succedeva cosi’ gia’ ai tempi della guerra del Viet-Nam, perche’, nonostante la leva obbligatoria, che proprio alla fine di quel conflitto venne abolita, i bianchi di buona famiglia se volevano riuscivano ad “evitare” la chiamata alle armi), l’America e gli americani, ancora credono al loro ruolo, alla loro storia di vincitori e liberatori del male, cosi’ come e’ stato sul nazismo in Europa.



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