domenica 27 settembre 2015

La Rivoluzione (evangelica) Di Bergoglio.


Folle immense, entusiasmi irrefrenabili, gioia condivisa: questo accompagna ogni viaggio di Papa Francesco, dal Nord al Sud America, dall’Asia all’Africa (dove e’ previsto il prossimo viaggio intercontinentale del pontefice, a fine Novembre).
Il nuovo viaggio apostolico in America, ormai al termine, sta’ rivelandosi un successo pastorale, politico, mediatico, che va’ oltre le piu’ rosee aspettative: l’accordo tra Stati-Uniti e Cuba che esce ancor piu’ rafforzato e prossimo a nuovi sviluppi positivi (con probabile fine  dell’embargo statunitense verso il paese della rivoluzione castrista), l’accordo siglato (sempre a l’Avana) tra le Farc ed il governo colombiano per porre fine a 40 anni di guerriglia,
discorsi storici al Congresso Usa ed al palazzo di vetro dell’Onu (che hanno lasciato un segno indelebile, e che, ce lo auguriamo, forniranno gli orizzonti verso cui si indirizzeranno le politiche e le diplomazie occidentali negli anni a venire), successo mediatico senza precedenti rispetto ai viaggi  dei suoi predecessori,  (accoglienza cosi’ calorosa non e’ stata riservata nemmeno  a Wojtyla), o rispetto alle visite di qualsiasi altro leader politico e religioso.
Papa Francesco e’ ormai l’unico vero leader mondiale, capace di raccogliere le speranze di un umanita’ avvilita, sfiduciata, preoccupata per un presente vorticoso ed un futuro che rischia di essere anche peggiore,
tra guerra mondiale combattuta a pezzi (come affermato dallo stesso pontefice) , migrazioni di massa, ingiustizie sociali ed economiche sempre piu’ crescenti tra ed entro gli stati,
 aggravamento della condizione ecologica integrale, che mette a rischio  l’ umanita’ intera (come sapientemente e profeticamente elaborato e denunciato  nell’enciclica Laudato Si).

Anche il viaggio americano e’ stato un susseguirsi di azioni e testimonianze precise, che indicano principi (non negoziabili perché tutti i principi sono non negoziabili), percorsi e strade che possano portare ad una miglior realta’ terrena, piu’ giusta ed equilibrata per tutta l’umanita’: azioni e testimonianze simboliche ma efficaci,
 come la scelta dei doni per Fidel Castro, tra i quali i libri del suo insegnante gesuita  morto in esilio,
 la visita ad Harlem (uno dei quartieri piu’ poveri e problematici di New-York), il rifiuto del pranzo di gala nelle stanze del potere, per unirsi ai senzatetto di Washington, la carezza, dopo aver fatto fermare il corteo di auto che lo accompagnavano,  ad un bambino cerebroleso in carrozzella.
Papa Francesco e’ gesuita fino in fondo, nella fine intelligenza, nella capacita’ di stare sulla frontiera (e forse di oltrepassarla) del pensiero che diventa azione,
ma e’ anche francescano, nella semplicita’, nella capacita’ di accogliere chiunque, nell’amore per i poveri, nella sobrieta’ come stile di vita.
Papa Francesco e’ soprattutto missionario, perche’ ha la certezza che solo una Chiesa missionaria, in uscita, ha la capacita’ di rendere il Vangelo carne, come testimonianza di vita (che poi’ e’ la piu’ alta ed efficace forma di evangelizzazione).
E Bergoglio, il Vangelo, lo incarna come nessun’altro Papa ha, probabilmente, mai fatto nella storia della Chiesa cattolica: e se il rischio e’ di essere interpretato come un comunista, la sua ( e nostra) risposta e’ piuttosto semplice (visto poi’  che il cristianesimo ha “solo” 1900 anni di storia  in piu’ del comunismo): “ditemi qualcosa che io ho detto che non e’ in linea con la dottrina sociale della Chiesa?”).

Un Papa straordinario, nei gesti e nelle pratiche, un Papa straordinario nei discorsi pronunziati dalle  periferie verso i centri (ma quali sono oggi  le periferie ed i centri ?Perche’ Bergoglio, e' bene ricordarlo,  sta’ cambiando anche i paradigmi geografici), perche’ i messaggi dalle periferie risultano piu' efficaci, perche' piu’ autentici.
Messaggi che parlano ai giovani occidentali cupi ed isolati nelle loro cuffiette alle orecchie ed il telefonino in mano la società consumista, quella dove ci sono solo shopping center e l'importante è consumare cibi e prodotti che scadono. Nessuno di noi in uno shopping center ha un volto, ma solo una fretta dannata di consumare... e una carta di credito. E la malattia della società consumista è la solitudine.
Oggi siamo nei supermercati dove nessuno si fida di nessuno, ci sono i controlli elettronici, nessuno ha un volto ma solo una carta di credito. “,
messaggi che parlano ai giovani cubani (ma anche sudamericani, asiatici od africani) che sognano in un certo modo, si sa’: "guardate l'Europa, dove ci sono giovani disoccupati fino al 50%: popoli così sono popoli senza futuro; cercate la vostra strada, ragazzi, senza credere che l'opposto sia la salvezza. “
Messaggi e discorsi chiari, come quelli di attacco frontale, come è giusto che sia, alle regole del Fondo Monetario Internazionale, che aggravano la situazione debitoria dei paesi debitori,
 come quelli contro la pena di morte, contro l’economia delle armi e della guerra: “perché armi mortali sono vendute a coloro che pianificano di infliggere indicibili sofferenze a individui e società? Purtroppo, la risposta, come tutti sappiamo, è semplicemente per denaro
E di nuovo i principi :”perche’ l'aborto e’ colpa come il lasciare affogare i migranti fuggiaschi in mezzo al mare o i bambini morire di fame”
Di nuovo la Chiesa in uscita, missionaria, di nuovo i migranti, perche’ il Vangelo e’ speranza, e gli immigrati sono speranza: quella speranza che li' fa' partire ed affrontare rischi concreti di morte, ma anche speranza che portano in un occidente decadente e sfiduciato.

Tra le migliaia di immagini che hanno letteralmente occupato giornali, televisioni, social network di tutto il Mondo per questo viaggio americano,  ce n’e’ una  che forse ha toccato piu’ di altre i cuori degli americani ( e non solo  dei cattolici , che sono in continua crescita negli Stati Uniti, visto anche il crescente processo di ispanizzazione  della societa’, e la Chiesa Cattolica e’ oggi la piu’ importante ed influente tra le chiese negli States): e’ l’immagine di Papa Francesco che esce dalla 500L  a piedi, si avvicina alle transenne, accarezza un bimbo cerebroleso, consola la madre che l’accompagna (che poi’ scoppia in lacrime davanti al Vicario di Gesu’ Cristo): un immagine che poteva essere ritratta ovunque nel Mondo.
Entrare nelle ferite delle persone, delle famiglie, delle societa’ (a Nord come a Sud del Mondo, perche’ la Chiesa cattolica e’ l’unica istituzione realmente universale), entrarne nelle contraddizioni e nelle ingiustizie, denunciandole, lenendole: questo sta’ facendo Papa Francesco, “nient’altro” che questo, “nient’altro” che essere coerente e vivo nel Vangelo, “carne del Vangelo”.
Questa e’ la rivoluzione di Francesco, questo e’ quello che ha in mente il Papa gesuita :  una Chiesa autenticamente evangelica.
  

Giuseppe Luca Mantegazza