giovedì 22 giugno 2023

Misurarci, I Respiri

Dopo anni passati in alcuni, non pochi per la verità, posti- sia all'estero che in Italia - mesi fa sono arrivato a Como, al cui territorio, in parte, appartengo, attraverso radici, da rinsaldare e curare, per quanto possibile. Sin da subito mi sono inserito in significative realtà di periferia esistenziale, "collocandomi" nel mio elemento piu' naturale, quello della vicinanza con gli ultimi, i più esclusi ed abbandonati, senzatetto, migranti, e da poche settimane anche anziani all'epilogo della loro vita in una RSA, provando a "servirli", ad accarezzarli possibilmente, umanizzandomi, umanizzando. Ci siamo detti - al plurale perché c'è una "struttura", Chiesa, che mi segue e che mi accompagna (che continuerò a ringraziare per tutta questa mia vita, per quello
che mi ha dato e mi da) -  di fermarmi, per un tempo. Un tempo in cui respirare, discernere, ascoltarmi, ascoltare.  Ed il fare che provo a compiere, cerca di costruirsi su quel sentire, su quell'ascolto, su quel mio respiro. C'e tanto da fare, dentro e fuori di me, ora qui a Como. Il tempo è sempre fuggevole, ma in definitiva è lui a misurarci, non il contrario. E lo fa misurandoci i respiri, anche e soprattutto la qualità di questi. Perche' tutto passa, rimane solo l'amore. E l'amore è respirare vicino all'altra/o, sostenendosi per "liberare" il respiro, elevandosi insieme. Ieri, nella RSA in cui ero di turno, sentivo gli ultimi respiri di vita di un'anziana morente, sola in una stanza: affannosi, spesi caparbiamente, purtroppo sempre più fievolmente, a cercare altri suoi respiri, a cercare più vita, e credo anche un senso, l'amore, quello che da l'eternità. Cercando Dio, a cui, senz'altro, dinanzi sarà quella donna adesso. Trovare il tempo per fermarsi in questa vita, trovare il tempo di un respiro, che sia libero, liberante. Che se lo è per noi lo è per chi ci sta vicino. Siamo respiro, siamo relazione: respiro sano è relazione sana. Anche a Como, che mi pare cittadina affannosa, di traffico, turismo, rincorse.  Affannosa, mi pare, anche nel contesto del sociale, del volontariato, che è- dovrebbe esserlo- particolarmente sensibile, al respiro, al soffio, allo spirito (stessa radice). Ed allora l'invito esteso, che è prima di tutto spirituale, e' di provare a fermarsi, anche solo per un tempo di un respiro. Sentirlo, aprirlo, sentirci, aprirci, al senso della vita, che non può certo "stare" nell'affanno. L'amore è un respiro armonioso e libero, liberante. Buon respiro, cioè buona vita! "Solo un vuoto corto respirare, a conferma che nel disamore, il fare anche se fai, resta non fatto" ha scritto una celebre poetessa, Mariangela Gualtieri.

giovedì 15 giugno 2023

Un Soffio Nel Vento.

Senza il vento nulla si muove, né foglia, né mare, né cuore. E' Il vento a muovere le mie inquietudini. Ne sono certo: c'era vento quando caddi, quando rischiai, quando m'innamorai. Di quell'amore, ma anche della rabbia, qualcosa e' rimasto lì, è un soffio -lo sono anch'io- un soffio nel vento.

mercoledì 7 giugno 2023

Il cielo Quaggiù...

"Ti insegneranno a non splendere. E tu splendi invece" diceva Pier Paolo Pasolini. Nelson Mandela affermò:"Se tu permetti alla tua luce di splendere, tu inconsciamente dai agli altri il permesso di fare lo stesso. Così tu sei liberato dalle tue paure, e la tua presenza libera gli altri". Già, Il vero e più grande peccato: non riuscire a "splendere", a portare la propria luce, x illuminare così chi sta intorno, le situazioni che abitiamo. Ed allora l'augurio è di non "sprecare" le nostre vite(peccato significa proprio questo, cioè mancare lo scopo...della propria esistenza), ma di essere gia' oggi "luminosi", per illuminare ciò che arriva, ciò che arriverà domani...“Chi non ha trovato il Cielo quaggiù lo mancherà lassù” Emily Dickinson

Una Grande Anima, Alda Merini...

Le parole di una grande anima, Alda Merini, che il tanto dolore -anche quello che le hanno provocato-e' riuscita a trasformarlo in amore; che poi è la più autentica missione di ogni vita:"risorgere", a vita nuova (e piena) dalle proprie morti..."La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri. E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri. Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili, di finire alla mercè di chi ci sta di fronte.Non ci esponiamo mai.Perché ci manca il coraggio di essere pienamente umani, quello che ci fa accettare i nostri limiti,che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in fortezza appunto. Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà. Mi piacciono i barboni. Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore".

Per Un Solo Infinitesimo, Donami L'Infinito!

Dio, solo per un infinitesimo, guardami, ti prego, t'invoco, ti scongiuro! Sono qui, a terra, infreddolito, rannicchiato. Mi dono, se riesco, ma tu guardarmi, se riesci! Donami un pò della tua luce, un pò del tuo calore, ma no, non voglio approfittarmene, sarebbe ingiusto, forse... e poi la tua logica non è la mia, la tua e' quella paradossale del vero bene, dello svuotarsi per farsi riempire del tuo amore che salva: salvezza ti chiedo per me! Allora, donami di sentire mia tutta la violenza che c'è in me, che c'è su questa terra, di sentirla e di rifiutarla, toglimi la mano ed il sasso con cui vorrei colpire l'adultera, soprattutto donami di riuscire a porgere l'altra guancia, con benevolenza. Assurdo per me, non per te! Donami di sentire tutte le ingiustizie, perché sia io a non essere ingiusto, Donami di essere vittima, abusata, offesa, torturata, ma poi consentimi di rialzarmi, per chiedere perché ai torturatori. Ed il perché a te, m'illuminerai con la tua misericordia. Dio, donami di essere senza tetto, ultimo tra gli ultimi, ma donami anche il coraggio e la pazienza di stare lì, tra loro, a morire con loro se necessario, ma soprattutto ad aiutarli a non morire, a non uccidere. Aiutami a togliere i sassi tra le loro mani! Donami di sentire il mio corpo fragile, di denudarlo, mostrando braccia ossute ed il mio desiderio d'amore, sono un fremito di amore. Dio, donami di sentire la fame e la sete, non per morire, ma per imparare a vivere la sobrietà del cuore. Donami il silenzio, per ascoltare e sentire quella tua legge d'amore che regola l'universo: sentire brillare le stelle e la luna nella notte, sentire l'imbrunire sulle cime innevate, lo scorrere del fiume e dei laghi, il respiro del mare, l' immortale bellezza della vita che si apre nonostante - o proprio per - l'avvicinarsi della fine, la struggente bellezza dei colori dell'autunno- e donami di sentire le fioche luci di un villaggio africano e quelle sfavillanti di Vegas nel deserto. Sentire la caduta di un pettirosso da un nido, sentire il cuore della persona che lo ha salvato, sentire che anch'io vorrei fare altrettanto! E che forse non ho vissuto invano! Donami di amarla questa mia vita, con tutto quello che contiene, ogni mio battito, ogni mio respiro, ogni tuo battito, ogni tuo respiro. Dio, per un solo infinitesimo, donami l'infinito!