sabato 18 febbraio 2023

Solidita' - Ma A Che Prezzo? - In Questo Mondo Liquido.

Ieri sera sono stato ad una celebrazione con parte della comunità - Messa, triduo, adorazione - in un paese sui monti sopra Limone Sul Garda. Come celebrante un corpulento diocesano che ha predicato un'omelia "devozionale", "distaccata", presentata dal pulpito con un volto cupo, severo, che poi, mi pare, e' spesso lo stesso volto del potere: ingombrante e ridondante, distaccato e rigido. Quasi tutti i preti presenti indossavano il talare, ed i fedeli - in gran parte anziani (atei devoti?) - "smisuratamente", secondo una mia sensibilità, riverenti nei confronti dei religiosi. Ma, a suo modo, la liturgia è stata celebrata bene, grazie anche ad un coro efficace, ad una bella "scenografia" (365 candele accese durante la Messa), seguita poi da una cena - il contrario della sobrietà - ben preparata nel locale della contigua parrocchia. Parlavano -  tra forchettate di salumi e di lasagne, tra bicchieri di vino rosso e di spumante - anche di politica alcuni "fedeli", più o meno unanimi negli elogi a Salvini ed alla Meloni. In silenzio, ho pensato che, in definitiva, la Chiesa è soprattutto questa cosa qui: la tradizione, il conservatorismo, un "rifugio" a cui rispondere fondamentalmente al bisogno di sicurezza e di certezze, più che a quello di cambiamento e di trasformazione. Il resistere al mondo, soprattutto se così complicato e "poliedrico", come quello attuale. Resistergli senza troppo pensiero, senza
analisi, senza troppe spiegazioni, senza troppe domande. E poco importa che le stesse certezze, che i "devoti" trovano in gran parte dei contesti ecclesiastici - quelli così strutturati - siano poi, per altri, i motivi da cui fuggirne. O ci si sta o non ci si sta. Il "cambiamento",  figurarsi se strutturale, non è contemplato, almeno in questa logica, che in definitiva a me pare non solo prevalente, ma l'essenza fondante della struttura stessa. E probabilmente è solo un illuso chi pensa "diversamente", chi pensa a strutture "intra", vicine, flessibili, chi pensa ad ospedali da campo: immagini - ossimori. Alla faccia del Concilio Vaticano 2, incompiuto. Contano il potere, la "sicurezza", la graniticita', almeno in apparenza, ormai si sa, per chi vuol sapere. Ma anche il sapere, come la libertà, ha un prezzo, quello della responsabilità. Che è scomoda, come scomode sono la libertà ed il sapere, inteso come consapevolezza,  di sé prima di tutto. Ma, in definitiva, in questo mondo "liquido",  mi viene da pensare che per alcuni, è bene che sia così: un po' di solidità, anche se barcollante, anche se "strutturalmente" ipocrita, è più che mai necessaria. A costo di "accettarne" anche gli scandali continui,  gli abusi, anche questi "strutturali", come ben spiegato da esperti, come ben denunciato dal card. tedesco Marx. In questo senso, non è un caso che l'attuale pontefice, profondamente umano e quindi "illuminato", abbia provocato soprattutto vocazioni religiose a lui in qualche modo contrarie, ad appannaggio di settori, gruppi ed istituti, a lui ostili, tradizionalisti e conservatori (gli unici ormai ad avere ancora un certo numero di vocazioni). Un paradosso, ma non troppo. A proposito, alla celebrazione erano presenti anche tre suore del Burundi, le uniche di una comunità religiosa che per non morire ha aperto le porte alle "vocazioni" africane. Vivono in un eremo non lontano da Limone Sul Garda, eremo che era chiuso da decenni per mancanza di religiose e di "vocazioni", riaperto da poco grazie a loro.  In effetti, l'unico continente che "pullula" ancora di "vocazioni" religiose è l'Africa, il continente più insicuro, economicamente e non solo, più culturalmente tradizionalista e conservatore, dove la Chiesa, in non pochi contesti, è ancora l'unica istituzione a garantire un po' di opportunità e di "sicurezza" appunto, anche economica, in primis naturalmente per chi ne fa parte. Anche questo non è un caso...