martedì 12 maggio 2020

Speranze Di Futuro Nel Sorriso Di Silvia

"Non sapendo quando l'alba arriverà, tengo aperta ogni porta.” scriveva la grande scrittrice americana Emily Dickinson.
Quell' alba, per Silvia Romano, è arrivata qualche giorno fa, e l'abbiamo vista e sentita anche noi: un'alba di speranza che vince l'oscurità, che spiazza una realtà -  apparentemente di impossibilità, di sfiducia e di chiusura  - ribaltandola, mostrandone invece il bene, che è il trionfo della liberta' e dell'umanita'; e, per chi ha fede, la speranza come frutto dello spirito che soffia d' improvviso.
E poco importa che, appena dopo poche ore dalla notizia della sua liberazione, la macchina della propaganda sovranista fosse gia' in moto, con il suo collaudato carico di disinformazione, di odio da incanalare sui piu' "deboli", i capri espiatori,  con il suo carico di sessismo, di islamofobia, di anti immigrazionismo, d'identitarismo e rigidismo religioso. D'altronde, di che stupirsi? Non dovrebbe certo rappresentare una novità il modo con cui  "estorcono" il consenso. 
Oltretutto la testimonianza di Silvia è naturalmente scomoda per quel potere, maschilista, che trae consenso dalla retorica della divisione, dei muri e della guerra, e che trae enormi profitti e guadagni dalle politiche che alimentano tensioni e veri e propri conflitti regionali e globali : perche' una giovane ragazza, libera, intelligente e preparata, che costruisce concretamente piccoli ma significativi ponti di dialogo, di cooperazione e di pace, non può che essere "scomoda" a quel tipo di potere, persino invisa al Governo italiano precedente a quello attualmente in carica, che forse aveva "congelato" le trattative con i sequestratori, proprio per dare un segnale intimidatorio al mondo della cooperazione (in proposito non scordiamoci delle vicende del missionario Padre Macallli e del gesuita Dall'Oglio, sequestrati rispettivamente in Niger ed in Siria).
E forse non varrebbe nemmeno la pena, ora, di soffermarsi su quanto sia misera - nel suo rispondere quasi esclusivamente alla logica del profitto, dell' "usa e getta", del sensazionalismo e voyeurismo che fanno audience e che fanno vendere copie, ma che ingannano ed abituano a pericolosi pregiudizi e semplicismi -  la maggior parte dell'informazione mainstream.
Ecco, di tutto questo, almeno per questi giorni, dovremmo non occuparci, evitando il rischio di farci intrappolare in "cattive" influenze, perlopiù rischiando, anche solo in parte, di far perdere intensità alla gioia inaspettata della speranza, che, appunto, abbiamo sperimentato attraverso il meraviglioso sorriso di una giovane ragazza, figlia dell'Italia migliore, andata in Kenya per occuparsi, "a casa loro", di bimbi orfani, andata in Africa per aiutarci a sollevare lo sguardo, oltre il piccolo orizzonte del giardino "di casa nostra". 
Teniamolo lo sguardo su quel sorriso di Silvia, possibilmente in religioso silenzio e rispetto nei suoi confronti, e teniamo il cuore su questo momento in cui tutti noi donne ed uomini di buona volonta' (sono convito la stragrande maggioranza della popolazione), abbiamo assaporato insieme a lei la libertà e la speranza,  prima che si alzasse la propaganda "studiata" apposta per dividerci, per fomentare odio e cattivismo, per farci perdere quel sapore. Perche', come singoli e come comunità,
senza quel sapore, che dà la speranza, non ci puo' essere pienezza di vita, tantomeno un roseo futuro.



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