giovedì 17 agosto 2023

Kaffa, L'origine Del Caffe'

Kaldi era un pastorello, figlio di un uomo anziano e saggio, che viveva nella regione di Kaffa, nell’Etiopia meridionale. Kaldi si alzava tutte le mattine prima dell’alba, dava una mano a pulire la casa, e poi al sorgere del sole prendeva le capre di suo padre e le portava al pascolo. Giunto in un prato, si sedeva sotto un albero e si metteva a suonare il flauto, ammirando il panorama, e concedendosi qualche sogno ad occhi aperti. Spesso e volentieri, a dirla tutta, i suoi sogni erano pure ad occhi chiusi, dato che si alzava sempre molto presto e finiva per avere sonno durante la giornata. Un bel giorno, Kaldi riaprì gli occhi dopo uno dei soliti pisolini, e vide una delle capre saltellare e danzare. “Forse sto ancora sognando”, pensò tra sé, e si stropicciò gli occhi. Ma la capra continuava a saltellare piena di energia, un comportamento inspiegabile. Il pastorello continuò a pensare alla capra danzante mentre riportava il gregge giù al villaggio. Si ripromise quindi di tenere d’occhio quella capra l’indomani, per capire la ragione di quella strana euforia. Il giorno dopo, Kaldi si alzò ancora prima del solito, quando intorno era ancora tutto buio, sbrigò le faccende di casa, radunò le capre e si diresse verso i pascoli. Per tutto il giorno continuò ad osservare quella capra, che però si comportava in modo normale. Come al solito aveva molto sonno, e se non fosse stato per quella gran curiosità, Kaldi si sarebbe sdraiato sotto un albero per concedersi un po’ di meritato riposo. Sbadigliando, continuava a seguire la famosa capra, sino a quando non la vide dirigersi verso un cespuglio di bacche rosse. La capra iniziò a mangiare quelle bacche, e poco dopo prese nuovamente a saltellare e a danzare come il giorno prima. Altre capre la imitarono, e anche loro furono come contagiate dalla stessa energia. Kaldi capì che c’era qualcosa di strano in quelle bacche, e cautamente ne assaggiò una. Il sapore non gli dispiacque affatto, e ne mangiò ancora. Poco dopo, tutta la sua stanchezza era come scomparsa: non solo non sbadigliava più, ma aveva pure lui voglia di correre, saltare e ballare. Richiamò le capre e tornò verso il villaggio. Sulla porta di casa incontrò suo padre, e gli raccontò dell’accaduto, porgendogli anche qualcuna di quelle magiche bacche rosse. L’uomo, dopo averle assaggiate, si sentì addosso un’energia che ormai credeva fosse solo un ricordo del passato. Se non fosse stato un vecchio saggio e molto rispettato, si sarebbe pure messo a ballare! Quella notte padre e figlio non ebbero sonno, e ne approfittarono per parlare a lungo al chiaro di luna. Il giovane Kaldi iniziò a vendere le bacche ai suoi compaesani, che grazie ad esse sentivano di avere molta più energia per affrontare la dura vita dei pastori. In breve tempo, Kaldi riuscì a guadagnare abbastanza da comprare delle capre tutte sue, e finalmente poté permettersi di mettere su famiglia. Nel frattempo, il passaparola fece sì che l’arbusto dalle bacche miracolose si diffondesse dalla regione di Kaffa a quelle vicine, e poi ad altre un po’ più lontane, sino alla penisola arabica e oltre, mentre si inventavano nuovi modi per consumare quello che oggi chiamiamo caffè. Curiosità: In realtà, per quanto fosse davvero originario dell’Etiopia, sino alla fine dell’Ottocento il caffè non era tanto diffuso nel paese, anche perché era proibito dalla Chiesa Ortodossa Etiope. Sembra che il divieto fu cancellato su pressione dell’imperatore Menelik, gran appassionato della bevanda scura. Mentre in italiano la parola “caffè” mantiene una chiara assonanza con la regione di Kaffa (e lo stesso in lingue come inglese, francese, tedesco, turco, arabo), in amarico, la lingua ufficiale in Etiopia, il caffè si chiama “bunna” (termine che apparentemente viene dall’arabo).

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