martedì 26 aprile 2016

La Strana Detroit, Citta' Dei Paradossi E Delle Profezie.



Strana Detroit,
una citta’ senza odore, se non quello dei barbecue che iniziano timidamente a comparire, all’uscita del rigido inverno del Michigan, sui backyards della middle-class rimasta ad abitare nella motown.
I giorni in cui  l’umidita’ ristagna, par di non essersi spostati da Milano (anche se Detroit e’ molto meno inquinata),
ma anche nei giorni in cui il vento del Canada sferza  potente, temprato e fortificato da una marcia ininterrotta di migliaia di km da nord,  attraverso la pianura ghiacciata ed i grandi laghi, rendendo luminosa e tersa la citta’, nessun particolare odore e’ distinguibile all’olfatto.
Strana Detroit anche per il meteo: capita che nella stessa giornata l’umidita’, che spesso e’ accompagnata dalla pioggia, venga bruscamente spazzata via dall’arrivo del vento, che poi’ improvvisamente cessa, per lasciare, nuovamente, la citta’ nella morsa dell’umidita’ stagnante
A Detroit vivono a malapena 700mila persone, l’80% afroamericani, nella sua area urbana piu’ di 4 milioni di persone.
Strana Detroit: solo una trentina  di anni fa’ vi vivevano piu’ di 2 milioni di persone, con un  rapporto bianchi-neri all’esatto contrario di quello odierno, bianchi 80%, neri 20%.
Nel 2008 la crisi, che ha sferzato pesantemente in tutti gli States, qui e’ arrivata prima, come il vento potente del Canada che non trova ostacoli, radendo praticamente al suolo intere zone della citta’.
Nel 2013 Detroit diviene  la prima città del paese piu’ ricco al mondo,  a dichiarare bancarotta.
Secondo alcuni dati di pochi anni fa’, si stima che circa il 50% della popolazione sia analfabeta e che un terzo della citta’ sia in stato di abbondono.

Dall’universita’ dei Gesuiti, la University of Detroit Mercy, una delle 28 universita’ della compagnia di Gesu’ negli Stati Uniti (compresa la Georgetown, una tra le piu' prestigiose al Mondo), nella zona nord della citta’ in cui ha la sede il Pontifical institute for Foreign Missions, da qualche mese ha ripreso a funzionare il trasporto pubblico verso il downtown.
I pochi km, meno di una decina, che separano le due zone della citta’, paiono terra di nessuno: ruins dappertutto, case abbandonate e bruciate come in una scena post-apocalittica.
Dai finestrini del bus, le immagini ricordano la Bosnia durante la guerra civile: porte divelte, finestre frantumate, nei cortili sedie a dondolo arrugginite, tricicli per bambini ingialliti, elettrodomestici ormai marciti, come segni di una vita interrotta improvvisamente.

Strana Detroit: mentre il downtown sta’ tornando a riempirsi di vita- con i suoi  bar ed i ristoranti che riaprono per i turisti che stanno tornando a percorrere le strade del centro, da cui svettano i grattacieli del Renaissance Center, sede della General Motors, ed i meravigliosi palazzi in arte deco’, come il  Guardian Building, il Penobscot Building, il Fisher Building ed il Cadillac Place-  la parte esterna della citta’ rimane abbandonata, rifugio di homeless e di tanti neri costretti a vivere in poverta’ estrema.

Ma a crescere economicamente e’ soprattutto l’area metropolitana esterna di Detroit: paesi come Southfield, Pontiac, Toledo, Warren, sono divenuti agglomerati di nuove strade, di moderni shopping centre e di condomini dove i bianchi si sono trasferiti da Detroit.
La strana Detroit a tre strati: il centro, che sta’ tornando a risplendere, grazie anche a musei come il museum of Art, uno tra i piu’ interessanti degli Stati Uniti,
la zona esterna, con nuove e modernissime strade e centri commerciali, e la zona che sta’ in mezzo alle due, abbandonata a se stessa.
Attraversarla e’ come attraversare una zona di guerra.

Fu’ un gesuita francese*, nel 1679, a porre il primo insediamento qui a Detroit : lo chiamo' "riviere du detroit", fiume sullo stretto, poi’ arrivo il commercio delle pellicce, e Detroit prospero’.

Henry Ford nacque qui, e qui fondo’ la Ford, con le sue prime catene di montaggio.

Milioni di afroamericani da sud, Dal tennessee, dall’Alabama, dal Mississipi,  fin giu’ dalla Louisiana, arrivarono a Detroit per lavorare nelle catene di montaggio, ma anche immigrati europei, molti italiani, che dopo essere approdati a New York, si dirigevano in queste zone in cerca di lavoro.

E lavoro ce n’era davvero tanto qui a Detroit: alla Ford ed alla  General motors, ma anche  nell’indotto dell’industria automobilistica, poi’ nel commercio, nel turismo, nell’arte e nella cultura.

Detroit prospero’ molto durante l’ultima guerra mondiale: i carri armati, le  jeep, le cammionette,  i blindati con la stelletta e le strisce con i colori della bandiera americana, venivano prodotti tutti qui.

Fu’ grazie a quegli operai che la macchina bellica americana divenne cosi’ forte, fu’ grazie al loro lavoro che gli stati Uniti D’America vinsero la guerra, liberando noi europei dal nazifascismo.

Ma la citta’ inizio’ a decadere ad intermittenza dagli anni 60, per poi’ riprendersi  negli anni 80, grazie alle politiche liberiste reaganiane, che spinsero l’America in grandissime contraddizioni, ma anche verso una crescita economica fortissima, fu’  proprio da qui che parti’ la corsa di Reagan, che al congresso del Gop del Luglio 1980 ottenne l’investitura,  per poi vincere le elezioni presidenziali pochi mesi dopo.

L’ex attore divenuto presidente, avrebbe governato gli stati Uniti per gli 8 anni successivi, la sua corsa sarebbe partita da Detroit, citta’ degli hard workers e dei potenti sindacati degli operai.

Anche li’  Detroit fu’ paradossale e profetica.

Infine la crisi degli anni 2000, che trovo’ il suo apice nel 2008,  anticipando di un po’ la crisi finanziaria americana e poi’ mondiale.

 

Strana Detroit, e’ tutto ed il contrario di tutto: poverta’, contraddizioni, crimine, ma anche energia, dinamismo, futuro. 

Le macchine ecologiche, sponsorizzate dalle grandi corporation del petrolio e delle auto, che sfrecciano per il downtown della citta’,  sarebbero un paradosso impossibile in tutto il resto del mondo, non qui a Detroit, citta’ strana, che non assomiglia a nessun’altro luogo.

Detroit e’  contro tutti, come il titolo di una canzone  famosissima da questa parti, cantata dai piu’ famosi rapper afroamericani sulla piazza, insieme ad Eminem, unico bianco tra i neri.

Strano anche lui, come un paradosso, che pero’ qui a Detroit regge perfettamente.

Detroit VS Everybody 

 

* Lo stesso esploratore missionario, Louis Hennepin, fu' anche il primo, pochi anni prima (1683) a "scoprire" (o meglio a classificare e riportare, visto che ci vivevano gia' gli irochesi, una tribu' indiana) le cascate Del Niagara.

Il Pontifical Institute For Foreign Missions della regione Nord America (che comprende anche il Messico) ha il suo HQ qui a Detroit, dove gestisce anche due parrocchie, una delle quali, la All Saints-Todos Los santos , segue la pastorale con i migranti messicani.

La Chiesa Cattolica, in generale, e’ presente con molti progetti sociali e missioni, attraverso le organizzazioni ad essa collegate, la caritas,  e molti ordini (Francescani, gesuiti, Missionarie di Madre Teresa ed altri ancora)


Nessun commento:

Posta un commento