giovedì 11 agosto 2016

Zona Di Guerra.






 E`un flusso continuo, come una marea inarrestabile, quello dei migranti che provano ad entrare negli Stati Uniti D`America: tra loro non solo latino americani, ma sempre piu' frequentemente anche gruppi numerosi di africani e sparuti di mediorientali.
Un flusso annuale di centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini che si assiepano lungo la barriera, provenienti per la maggior parte dal Centro-America, Honduras, Salvador ed Haiti in testa, flusso che va`ad aggiungersi a quello incessante dei messicani deportati al di fuori dei confini statunitensi, perche` indocumentati o perche' condannati, per lo piu' per reati gravi come omicidio, rapine a mano armata, violenze sessuali e violenze domestiche, anche se a volte basta una multa non pagata, una rissa o un qualsiasi reato minore a far scattare l’espulsione.
Gli Stati Uniti operano centinaia di migliaia di rimpatri all'anno di residenti irregolari sul proprio suolo e di condannati, che una volta scontata la pena nelle carceri, vengono caricati su bus od imbarcati su aerei che quotidianamente "accompagnano" gli indesiderati fuori dal suolo statunitense.
I messicani vengono deportati al di la' del confine, in luoghi strategici che coprono tutto l'asse che divide il Nord America dall'America Latina, un confine di piu' di 3000 km dal Pacifico al Golfo del Messico,
rispettivamente da Ovest ad Est le citta` in cui vengono rimpatriati sono Mexicali, Tijuana, Nogales, Ciudad Juarez, Ciudad Acuna, Nuevo Laredo, Matamoros, tutti luoghi in cui sono stati eretti muri a protezione degli Stati Uniti , ma anche, quasi fosse una beffa, gli stessi da cui partono le rotte delle centinaia di migliaia di persone che annualmente provano ad entrare, o rientrare, illegalmente in Nord America.
Il Messico e` zona di guerra, una guerra che produce migliaia di vittime l'anno.
Impossibile sapere l'esatto numero dei morti, perche`a migliaia sono gli scomparsi di cui non si sa`piu' nulla.
Nelle zone di confine con gli States, come a Tijuna, ogni anno, oltre ai deportati dalle autorita' statunitensi, si riversano centinaia di migliaia di profughi di queste guerre dei narcos; i cartelli controllano il territorio con la violenza piu' efferata soprattutto nelle regioni del Guerrero e del Sinaloa.
Da li' arrivano, percorrendo anche a piedi centinaia di chilometri, soprattutto donne e bambini che hanno perso il padre, vittima di faide o di esecuzioni dei sicari dei cartelli.
Questa e`Maria, con il suo niño Daniel, e`scappata dalla zona di Acapulco, dopo che il marito e`stato ucciso e decapitato, dopo essere stato torturato.
Sogna un futuro negli Stati Uniti D'America, lontano da questa guerra, un futuro migliore soprattutto per i suoi quattro figli, perche' il prezzo piu' alto della violenza, ovunque nel Mondo, e' pagato soprattutto dai bimbi.
A Tijuana, come in tutto il Messico, sono soprattutto ( o meglio, solamente) le Chiese, quella Cattolica in testa, ad offrire assistenza, rifugio, sollievo a queste centinaia di migliaia di disperati.



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